Il fondatore Fausto inizia con varie esperienze come compositore a mano e su Monotype presso aziende che potremmo definire “storiche” sul territorio bergamasco, quali le Arti Grafiche e la Tipografia dell’Orfanotrofio Maschile — la TOM — e con una breve esperienza di insegnamento della composizione presso la scuola interna alla TOM. Nel 1962 decide che sono maturi i tempi per mettersi in proprio e fonda a Ponte S. Pietro la Tipografia Dimograff. Il laboratorio è dapprima in Via Brenta e dal 1967 nell’attuale sede di Via Silvio Pellico. Si incomincia con tanto piombo e una platina Pedalina che, con l’aiuto e gli insegnamenti preziosi dell’amico e collega Mario, inizia a trasferire l’inchiostro sulla carta attraverso le forme di stampa che Fausto sa preparare con grande maestria. Non mancano le quadricromie realizzate con i clichés di zinco, dopo ore di accurato avviamento su una macchina piano–cilindrica. Nel 1975 la prima macchina offset entra dalla piccola porta, una Cord Heidelberg. Con la offset arrivano le lastre, le pellicole, l’espositore e i bagni di sviluppo. Si fa esperienza e si stampano le prime quadricromie. Ma la grande esperienza nella composizione — la spaziatura, la cura nella scelta del carattere, i grafismi e i contrografismi — resta in un cassetto quando la offset spinge i tipografi ad affidare la preparazione dei testi alle fotocomposizioni. Con l’arrivo della Composer IBM nel 1979 si rispolvera la capacità di impaginare e si recupera il lavoro esterno. Ma è nel 1990 con l’acquisto del primo MAC, un SE con il monitor in bianco–nero, che la grande tradizione di Aldo Manunzio e Bodoni torna nella nostra azienda. Ci si evolve… Testo e immagini, il vettoriale e il bitmap, le selezioni e le mezzetinte e poi i profili colore. Fausto lascia il timone della composizione al figlio Matteo, senza dimenticarsi di passare nella stanza dei bottoni per dare un’occhiata agli impaginati e per la collazione delle bozze. Una stampante tira l’altra e la prima laser digitale a colori entra in azienda. Correva l’anno 2005. Nel 2009 si decide di rivoluzionare il reparto stampa smantellando ben tre vecchie macchine ancora funzionanti, la pedalina, la cinquantasettanta monocolore e la trentacinquecinquanta monocolore. Al loro posto entrano una trentacinquecinquanta bicolore, una tipografica venticinquetrentacinque — un vero gioiello di meccanica — e una platina per fustellare cinquantasettanta. Ques’ultima sarà di supporto alla finitura dei lavori in rilievo, nei quali la Dimograff è specializzata, e in tutti i piccoli lavori di fustellatura, dal biglietto da visita alle cartellette. Nel 2012, si festeggiano i 50 anni di attività con “TIPOGRAFANDO”, una giornata in cui la tipografia viene aperta al pubblico per delle visite didattiche. Nel 2014 Fausto cede l’attività a Matteo che affronta la crisi del settore adattandosi alle più svariate richieste della clientela, dal restauro di libri antichi, alle magliette, ai banner, tazze, bandiere. La stampa digitale ha quasi preso il sopravvento sulla tradizionale offset dal momento che i quantitativi richiesti si riducono sempre più, ma tutto ciò non va a scapito della qualità che rimane l’obiettivo principale dell’attività.